Il Mulino di Zornasco trae il proprio nome da Tacc, soprannome in dialetto dell’ultimo mugnaio di un’intraprendente famiglia di Toceno, in Valle Vigezzo, proprietaria del mulino già alla fine dell’Ottocento, che tenne in funzione la struttura fino alla fine del 1979, ultimo tra i cinquantaquattro mulini ancora attivi in Valle Vigezzo.
È una costruzione secentesca sviluppata su due piani, di cui uno seminterrato. Sul lato est si trovano le strutture idrauliche motrici, due ruote verticali ed una terza orizzontale posta in un vano interno dell’edificio. Il mulino un tempo era mosso dalla forza dell’acqua del fiume Melezzo, che scorre a circa cinquanta metri dal fabbricato.
Acquistato nei primi anni 2000 dal Comune di Malesco, il Mulino dul Tacc è stato interessato da interventi di restauro tesi al recupero funzionale degli ingranaggi e dello stabile: nel 2007 è stato incluso nel percorso dell’Ecomuseo della pietra ollare e degli scalpellini.
Al suo interno sono presenti tre macine dedicate alle lavorazioni di alcuni frutti della terra: segale, frumento, castagne e granoturco. Anticamente una quarta macina serviva per sfibrare la canapa, indispensabile per la produzione tessile locale.
Oltre alle apparecchiature, il fabbricato ospitava l’alloggio del mugnaio, spazi per la manutenzione dei rotismi ed una piccola stalla per l’asino che veniva utilizzato per il trasporto delle granaglie. Tutti gli ambienti sono stati recuperati e rappresentano oggi un’importante testimonianza della storia del mulino e del contesto di paese. Una serie di pannelli all’interno del Mulino dul Tacc illustrano il suo funzionamento e raccontano, attraverso immagini, la filiera dei prodotti offrendo un utile supporto didattico per la visita.