Lungo il percorso che porta dalla Valle Loana, raggiungibile in auto da Malesco, all’Alpe Scaredi, si incontrano sei fornaci, antiche e caratteristiche costruzioni in sasso.
L’attività e la presenza di queste fornaci per la produzione della calce in Valle Vigezzo è nota da molto tempo – si hanno testimonianze della loro presenza già nel 1600 – ma oggi sono in gran parte poco riconoscibili poiché nascoste dal terreno. Solo una, nell’ambito di un progetto di riscoperta e di valorizzazione degli antichi mestieri, è stata recentemente restaurata.
La calce veniva principalmente ricavata dal calcare, una roccia ricca di carbonato di calcio, e dal marmo, presente nelle alte quote della Val Loana. Il procedimento produttivo della calce richiedeva un grande quantitativo di legname: i sassi inseriti nella fornace venivano riscaldati gradualmente fino a raggiungere, nell’arco di oltre una settimana, una temperatura di circa 1000° centigradi. Anche il raffreddamento era graduale: i sassi, che durante il procedimento avevano perso più del 30% del loro peso, venivano estratti: una volta raffreddati, l’ossido si era trasformato in idrossido di calcio.
Per la difficoltà di produzione e per i lunghi tempi necessari per ottenere la calce, le fornaci della Val Loana venivano messe in funzione a rotazione, in modo da produrre la maggior quantità possibile di prodotto. Oggi sono una testimonianza tutelata e valorizzata dall’Ecomuseo di Malesco.
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